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Nuovi spazi urbani, la falsa narrazione neoliberista


Roma. O dell'insostenibile modernità

In occasione della sua uscita, pubblichiamo un estratto di Roma. O dell'insostenibile modernità di Enzo Scandurra, quarta pubblicazione del nuovo marchio editoriale MachinaLibro.

Si tratta di una raccolta di saggi scritti tra il 2013 e il 2023 con al centro la questione romana, ovvero il supposto ritardo della città eterna che ha spinto le amministrazioni di ogni colore politico a tentare di «modernizzare» Roma.

L'articolo che pubblichiamo oggi è stato originariamente pubblicato su «il manifesto» l'8 ottobre 2023.


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C’è un libro che, più di ogni altro, smaschera le illusioni e gli inganni di una narrazione neoliberista sulle città: L’invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane (Cronopio, 2023) di Lucia Tozzi. Il cosiddetto «Modello Milano» rappresenta in realtà, come ha sottolineato Agostino Petrillo «una sorta di monocultura dell’immobiliare, alimentata e riprodotta dalla rincorsa continua a sempre nuovi «Grandi Eventi» e in cui si accentuano le differenze di reddito tra quartieri, mentre giovani e abitanti a basso reddito vengono sfrattati, espulsi e ricacciati».

Ma questa narrazione tossica, esito di una ideologia neoliberista, non riguarda solo Milano, ma tutte le grandi città occidentali divenute luoghi nei quali si concentra e si muove la grande finanza e il capitalismo predatorio. Le ricette sono sempre le stesse: Grandi Opere per attirare capitali, brand organizzati a suon di architetture fantasmagoriche, progetti di risanamento a favore di abitazioni di lusso, realizzazione di nuovi stadi che in realtà sono semplicemente cavalli di Troia per operazioni immobiliari, rigenerazione di parti della città, ovvero espulsione di ceti meno abbienti verso le periferie a causa dell’innalzamento del livello degli affitti e tante altre soluzioni urbanistiche volte alla competizione internazionale e all’allagamento dei flussi turistici.

Locale (rendite immobiliari) e Globale (finanza e competizione) convivono pacificamente in una stessa città, perseguendo, entrambi, l’obiettivo del massimo profitto.

Lo stesso catalogo delle illusioni è prodotto, ad esempio, a Roma dove nel 2025 si celebrerà il Giubileo e nel 2030 (speriamo di no) l’Expo. Molti i soldi in arrivo dal Pnrr. Il Sindaco è inoltre Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo, con poteri che vanno oltre i vincoli dettati dal Prg.

Considerati i progetti per il Giubileo del 2025, Roma non sembra diversa da Milano; semmai si differenzia da quest’ultima per non riuscire a fare ciò che è stato fatto in quella città. Procede sulla stessa direttrice senza avere «l’efficienza» della città lombarda.

Progetti e sistemazioni urbanistiche a tutto vantaggio dei privilegiati, mentre il popolo delle periferie misura un distacco sempre crescente dagli abitanti del centro. Stessa cosa per molte delle altre grandi città del Paese che se non godono della stessa facciata luminosa di Milano è solo per la loro inerzia e resistenza alla «modernizzazione» (Napoli, ad esempio, ancora resiste). E bisogna ancora aggiungere che i «processi partecipativi» mossi o favoriti dalle amministrazioni anche di sinistra, neutralizzano i conflitti politici rendendo complici, delle decisioni prese, gli stessi abitanti che, almeno inizialmente, si battono per soluzioni diverse da quelle decise dall’alto.

Le città, forse tutte, sono lo specchio del neoliberismo dilagante, mere facciate fantasmagoriche dietro le quali contraddizioni profonde si fanno sempre più evidenti: il problema della casa, quello irrisolvibile della mobilità privata, dei rifiuti, della chiusura delle botteghe artigianali e della proliferazione sempre crescente dei grandi supermercati, della povertà, della emarginazione e dell’allontanamento delle classi più disagiate e, non ultimo, il problema della minaccia ambientale e del degrado. Perché è proprio nelle città che si produce la maggior parte della CO2 causata dal riscaldamento delle abitazioni e dalla mobilità privata. E su questo punto va fatta una seria riflessione. A Bologna ad esempio, è in corso di realizzazione un’autostrada urbana a 18 corsie con tanto di opere asfaltizie connesse, aumentando la produzione di gas climalteranti mentre, contemporaneamente, si progettano aiuole di verde intorno ai cassonetti per la raccolta dei rifiuti per scoraggiare l’abbandono di quest’ultimi sui marciapiedi.

A Roma si progettano piste ciclabili in nome della sostenibilità e contemporaneamente si mette in cantiere un nuovo porto a Fiumicino per l’arrivo delle grandi navi, oltre alla realizzazione di una grande quantità di parcheggi dentro la città che avranno solo l’effetto di aumentare il già congestionato traffico urbano. Stessa sorte all’area dell’ex Italsider di Bagnoli destinata alla realizzazione di residenze.

Ogni città ha il suo greenwashing: spruzzate di verde accanto a improbabili grattacieli o infrastrutture viarie che alimentano il consumo di suolo e la produzione di CO2.

Dobbiamo smascherare questa narrazione che produce false illusioni avveniristiche prima che arrivi il collasso climatico, ormai alle porte.


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Enzo Scandurra è urbanista, saggista e scrittore, già ordinario di Urbanistica presso l'Università La Sapienza di Roma, più volte direttore del dipartimento di Architettura e Urbanistica. Si occupa di problemi legati all'ambiente e alle trasformazioni delle città ed è autore di numerosi testi, saggi e romanzi. Per DeriveApprodi ha pubblicato: Splendori e miserie dell'urbanistica (con I. Agostini, 2018), Biosfera. Il luogo che abitiamo (con G. Attili e I. Agostini, 2020). Ha curato la sezione «disurbanità» di Machina.

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