Marx scrive questa lettera a Engels il 9 dicembre 1851, appena una settimana dopo il colpo di Stato di Luigi Bonaparte, ribattezzato il suo «18 brumaio». Rispondendo alle preoccupazioni dell’amico, secondo cui il «il popolo parigino s’è comportato in modo stupido e infantile», Marx fornisce in poche battute un’altra lettura degli eventi: il proletariato ha risparmiato le sue forze, rifiutando il sacrificio per uno scontro tra le differenti fazioni del campo nemico. Quel campo che, nel «maledetto giugno» di tre anni prima, si era ricomposto per schiacciare l’insurrezione proletaria, spalancando le porte proprio al piccolo Bonaparte. Non ci interessa valutare le capacità di strologare, di Marx o di chicchessia. Ci interessa, invece, mettere in evidenza l’espressione di un punto di vista sempre unilaterale e di parte, irriducibile a qualsivoglia interesse generale o frontismo democratico. Chissà se il Moro potesse ancora scrivere delle lettere dal ventre di questi tempi ambigui…
Immagine: Arcangelo, Monotipo, 2003
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Dear Frederick,
ti ho fatto aspettare la mia risposta, quite bewildered [tutto sbalordito] da questi tragicomici avvenimenti di Parigi. Non potevo dire come Willich: Strano, non ci è stato dato nessun avis da Parigi! E neanche, come Schapper, dichiarare di sedere in permanenza col gotto di birra da Schärttner. Per salvare la patria S[chapper] dormì due notti da Schärttner insieme ad alcuni satelliti, col pretesto di far la guardia. Questi signori, come Löwe con Calbe et Co. avevano fatto le loro malles, ma poiché la prudenza è la parte migliore del valore, decisero di muovere il passo soltanto non appena la cosa si fosse «decisa».
Hai letto il miserere di Louis Blanc? Il giorno dopo Bernard le Clubiste [Simon-François Bernard] protestò anche lui di non aver sottoscritto questo lamento.
Qui acclusa riceverai una lettera di Reinhardt da Parigi e i «gotti» di cui ti parlai durante il mio soggiorno a Manchester.
Pieper è di nuovo qui, molto entusiasta di se stesso. Lascia il posto dai Rothschild, ma seguita a dare lezioni di tedesco a casa loro. Madame gli ha annunziato che prenderà un precettore fisso. Per la faccenda del mio Proudhon dopo la sua ultima lettera non ha fatto niente, non ha sentito né visto niente. Mi sembra che abbia trattato la traduzione come un pasticcio suo, ce qui n’est pas.
Maintenant, che ti devo scrivere sulla situazione? Questo è chiaro, che il proletariato ha risparmiato le sue forze. Bonaparte ha vinto per il momento perché durante la notte ha trasformato il suffragio pubblico in suffragio segreto. Col milione di sterline sottratto alla Banca, malgrado tutte le postume dichiarazioni di d’Argout, ha comprato l’esercito. Il colpo gli riuscirebbe ancora una volta, se le elezioni gli risultassero contrarie? E poi voterà la maggioranza? Gli Orléans sono partiti per la Francia. È difficile, anzi impossibile fare un pronostico in un dramma il cui eroe è Crapulinski. In ogni caso la situazione mi sembra piuttosto migliorata che peggiorata col coup d’état. È più facile liberarsi di Bonaparte di quanto sarebbe stato possibile liberarsi della Assemblea nazionale e dei suoi generali. E la dittatura dell’Assemblea nazionale era alle porte.
Deliziosa è la delusione di Techow et Co., che vedevano senz’altro nell’esercito francese les apôtres de la trinité démocratique, de la liberté, de l’égalité, de la fraternité. Les pauvres hommes! E ora i signori Mazzini e Ledru[-Rollin] si possono anche tranquillamente mettere a dormire. La catastrofe è stata il downfall [rovina] dell’emigrazione. Si è dimostrato che non entra pour rien nella rivoluzione. I signori avevano deciso di sospendere la storia del mondo fino a dopo il ritorno di Kossuth. A proposito! La pennysubscription [sottoscrizione del centesimo] in favore di quest’ultimo a Londra ha dato esattamente un gettito di 100 d., leggi pence.
Salut.
Tuo K. M.
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