Nanni Balestrini e Corrado Costa al Teatro Due di Parma, 1986
Corrado Costa è nato a Mulino di Bazzano (PR) nel 1929 ed è scomparso nel 1991 a Reggio Emilia, città dove ha vissuto ed esercitato la professione di avvocato. Nei primi anni Sessanta stringe una duratura amicizia con Giorgio Celli, Antonio Porta, Nanni Scolari (allievo di Luciano Anceschi) e Adriano Spatola, coi quali fonda «Malebolge», una rivista di letteratura d’avanguardia, parasurrealista. Più tardi entra nel Gruppo 63, esperienza che Costa sottolinea a ogni occasione, anche se resta ai margini del gruppo, considerato un dilettante d’ingegno. Dall’esperienza del Gruppo 63 la schiera di amici s’infoltisce con Nanni Balestrini (che lo introduce nell’ambiente del «Verri», la rivista di Anceschi), Giulia Niccolai, Patrizia Vicinelli e Alfredo Giuliani (che lo invita a partecipare alla fondazione di «Quindici»). S’infoltiscono anche le riviste letterarie cui collabora: «Nuova Corrente», «Revolver», «Tam Tam», «Alfabeta», «Cervo Volante». Numerose sono state anche le pubblicazioni, plaquettes spesso di un centinaio di copie, poemi inseriti in cataloghi di amici pittori, ecc.
Artista poliedrico, negli ultimi anni della sua vita ha preso parte a molte letture di poesie in pubblico in varie parti del mondo e più volte a Milano-Poesia, un appuntamento tra i più importanti della performance poetica. Si è occupato di poesia visuale, sonora, di pittura e ha prodotto una quantità di disegni su ogni tipo di carta; nell’88 inventa un personaggio, Frank il Bacillo, una serie di minuscoli disegni che Valerio Miroglio gli pubblica, per più di un anno, sul «Bollettino della Vittoria», il mensile più piccolo della storia e del mondo.
Corrado Costa il grande evasore
Nanni Balestrini
TUTTI CERTAMENTE SAPETE CHI È CORRADO COSTA lo sapete benissimo qualcuno anche meglio di me e siete qui per ammirarlo in questa mostra per rendervi conto se è degnamente rappresentato in tutti suoi aspetti le sue fasi e con le sue opere migliori
magari poi c’è anche qualcuno che non sa chi è ma è qui per scoprirlo incuriosito interessato magari anche un po’ diffidente perché non si sa mai che cosa ci può offrire al giorno d’oggi l’arte contemporanea
NUOVO SALTIMBANCO DELL’ANIMA spirito irriverente fool mobile e inaffidabile imperturbabile busterkeaton patafisico l’anima ludica ilare e distruttiva della poesia il lunare funambolo della parola
così in tanti lo hanno definito MA CHI È COSA È VERAMENTE CORRADO COSTA vi state chiedendo sfogliando queste pagine e muovendo i primi passi nella mostra che si apre ora qui davanti a voi
POETA ARTISTA VISIVO COMMEDIOGRAFO PERFORMER e quant’altro ancora come può essere considerato da che punto di vista va valutato giudicato come situarlo nel panorama generale delle lettere e delle arti
per Corrado Costa è chiaro che ALL'INIZIO C’È LA SCRITTURA
LA SCRITTURA È ARTE VISIVA fin dalla sua nascita lo è sempre per l’arabo e il cinese ma anche col nostro rozzo alfabeto occidentale dal futurismo e dalle avanguardie in poi da cent’anni si fa arte visiva
CORRADO COSTA SCRIVE traccia disegna incide cesella colora imprime imbratta schizza arabesca illustra trafigge gesticola déclama
la scrittura di Corrado Costa dilaga sulla pagina la sommerge ne estende la superficie si intreccia con figure diventa planimetrie architetture fuoriesce dalla bidimensionalità insegue aggredisce manipola perverte oggetti e ogni cosa che incontra vuole riempire ogni spazio
fino a dissolversi diventare invisibile riapparire farsi immagini gesti suoni voce in percorsi volubili che creano forme ibride intersezioni compenetrazioni fusioni partite di flipper tra tutte quante le arti e tutti e quanti i generi scomposti e ricomposti in continue APPARIZIONI E SPARIZIONI
questa mostra mostra e dimostra che Corrado Costa è sì un poeta è sì un artista visivo è sì un commediografo è sì un performer ma che soprattutto è tutte queste cose tutte insieme TUTTE IN UNA VOLTA
non è un poeta che poi anche un po’ dipinge non è un artista che poi anche qua e là recita poesie non è un performer che poi anche quando gli capita scrive di teatro
SE C’È UN DOGMA contro cui con tanta violenza e determinazione si sono battute tutte quante le avanguardie nel secolo ultimo passato è stato proprio quello della loro separazione
è la concezione che separa con muri invalicabili l’arte visiva e quella sonora e l’arte della parola e quella scenica una concezione da sempre usata per pigra superficiale comodità di classificazione
MA È IL MERCATO che con le sue leggi implacabili e assassine ha fatto della separazione un sistema rigidissimo dove ogni prodotto deve avere una sua denominazione controllata e invariabile per potergli cosi assegnare un valore di scambio e un prezzo di vendita che lo trasformi in MERCE MONETIZZABILE
non può perciò e non deve poter esistere un marchio di fabbrica uguale per due o più prodotti diversi è cosa inaccettabile che confonde disturba ingarbuglia il mercato va evitata a tutti costi
QUANTO COSTA COSTA? Costa non ha un prezzo è fuori listino non è in nessun canone le sue opere sono prodotti dissimili che perciò non possono diventare merce e anzi nemmeno sopportano di essere segnati da un marchio
in realtà le sue opere non sono nemmeno prodotti sono improvvise APPARIZIONI
sono apparizioni che L’UOMO INVISIBILE s’inventa senza preavviso non si può mai sapere né dove né quando
MA L’UOMO INVISIBILE È CORRADO COSTA? questo nessuno può dimostrarlo e noi non lo sapremo mai sappiamo solo per certo che
CORRADO COSTA È IL GRANDE EVASORE la sua guerriglia antimercato consiste nello scrivere ibri che nessun editore rinomato vorrà mai pubblicare nel fare quadri che nessun mercante d’arte avveduto venderà mai nell’inventare spettacoli che nessun teatro ufficiale oserà mai metterà in scena
opere non infettate non soffocate nelle spire di un mercato in cui noi tutti viviamo e più o meno ci prosperiamo schiavi allegramente disperati disciplinatamente disgregati
QUESTA MOSTRA che voi credete di visitare è una non-mostra è un imbroglio un inganno perché vi mette davanti libri che non sono libri vi fa vedere quadri che non sono quadri vi fa ascoltare poesie che non sono poesie tutta roba fasulla secondo le sacre leggi del mercato
MA TUTTA ROBA che la dice lunga su chi siamo da dove veniamo e dove andiamo più di tanti vendutissimi prodotti inscatolati tutta roba che confonde irrita illumina e consola
COSÌ CHE ALLA FINE quando uscirete di qui e camminerete davanti aile vetrine imbottite di tutte quelle inutili e stupide merci abbiate almeno il presentimento che la vera vita non è quella che vi imprigiona ogni giorno nella sua atroce banalità alla quale forse è meglio non rassegnarsi
chissà magari attraversando la strada incrocerete L’UOMO INVISIBILE che vi riconoscerà e per un attimo vi sorriderà con un sorriso ironico e affettuoso proprio uguale a quello di Corrado Costa
*Testo ripreso da Corrado Costa. Le apparizioni dell’uomo invisibile, a cura di Eugenio Gazzola, Mazzotta, Milano 2009, catalogo della mostra tenutasi a parma, a cura di Nanni Balestrini, alla Galleria San Ludovico, 19 giugno – 13 luglio 2009.
Una autentica rarità bibliografica
[Il testo che segue] è del 1979: si riproduce in anastatica più della metà (il resto del fascicolo essendo dedicato ad Adriano Spatola) del primo nonché unico numero uscito de «Il Poesia Illustrato», rivista di poesia a fumetti curata da Silvio Cadelo (autore dei disegni) e Corrado Costa (estensore di fumetti e didascalie) con la partecipazione di Lucietta Righetti, per le Edizioni Publiart di Reggio Emilia. Il finito di stampare è del 26 aprile 1979: la pubblicazione è dunque una delle primissime testimonianze degli arresti (e delle fughe) che inaugurarono quello che diverrà tristemente noto come «processo 7 aprile» (lo stesso Balestrini racconterà la sua fuga in Francia, l’anno seguente, in quello che è forse il suo libro più bello, Blackout). Il frontespizio détourna ritagli dalla stampa dell’epoca ipotizzando, da parte della potente corporazione dei poeti, uno Sciopero per Nanni Balestrini; seguono le gesta di un «Nanni B.» travestito prima da Vronskij poi da Mandrake, che si confronta con una similmente déguisée «Signorina Richmond», notoria incarnazione allegorica della Poesia (ma anche della Rivoluzione) delle «ballate» balestriniane di quegli anni. In momenti decisamente poco propensi al gioco e all’ironia, «Il Poesia Illustrato» è davvero un punto-limite dell’attitudine spiazzante, del ludus sfrenato nel quale per Costa consiste la poesia (o «il» poesia): «si rincorrono come in un gioco grafico di Escher miti e riti del Settantasette politico fuori dell’ideologia della P38».
Andrea Cortellessa
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